Petruska Merisio e Leone d'Oro
presentano:
"AUTARKEIA"

Petruska Merisio
Cammini inattesi e sorprendenti di un’arte che è come la vita

Raccontare il percorso evolutivo dell’arte di Petruska Merisio non è certamente facile soprattutto perché lo governa una logica inventiva che procede, ma è naturale, per intuizioni improvvise e geniali accensioni della mente in cui non c’è una conseguenzialità rigorosa.

I suoi lavori invitano all’interno dell’immagine, oltre la superficie e l’immagine si fa riflesso di una visione introspettiva e diviene un modo di rappresentare quanto non si ritiene altrimenti rappresentabile.
Petruska attinge ora alla storia dell’arte e della cultura, incrociando nelle sue opere complessi richiami all’esoterismo, alla scienza alchemica, alla simbologia mandalica.

Vi è una sottile costante in questa che definirei, per via di semplificazione, seconda fase della sua arte: un esoterico senso dell’irrealtà ordina lo spazio mentre le immagini sembrano affiorare dal magma materico attraverso un senso inconscio e misterioso.

Il concitarsi segnico delle prime opere ha lasciato spazio a un espandersi più lento di forme ove il colore vibra intenso e profondo. Finalmente la scoperta di un ordine e di un nuovo senso della forma hanno la funzione di superiore coscienza morale, una coscienza che sa raccogliere il disordine degli accadimenti e delle emozioni nell’ordine della composizione.

Ma l’astrazione di Petruska è costellata di richiami a soggetti tratti dalla simbologia, su tutti la presenza della spirale e della chiocciola, inseriti in una fitta trama di elementi calligrafici, decorazioni geometriche, variazioni sul tema dell’arabesco, linee, cerchi, quadrati triangoli e intarsi quasi lettere di un alfabeto antichissimo, infine ritrovato. L’incontro tra forma e materia, tra azione e contemplazione realizzato dall’artista diviene così anche un momento di incontro tra Oriente e Occidente, laddove, ovviamente questo incontro può essere possibile: l’alchimia d’Occidente e la sapienza d’Oriente.

Spesso un’immagine semplice si ripete, si moltiplica si sovrappone, si confonde con i dati materici della superficie, costituisce arcaici reticoli e acclama sempre un ordine in cui la ripetizione rituale si oppone al buio del nulla.

Simboli di una alchimia privata e vissuta che addomestica i percorsi di vicende personali, e non solo, in una trama ordinata fatta di un implacabile sistema di armonie, echi, risoluzioni.

Si accende così e si sviluppa una sorprendente dinamica fra la superficie e il suo ruolo “atmosferico” e il “peso “recitativo di una simbologia dai contorni accattivanti e misteriosi. Sono anzitutto simboli mandalici utilizzati da sempre anche per rappresentare la natura, la creazione e il mondo così come l'energia che muove l’intero universo e rappresentano il viaggio interiore e la crescita spirituale dell’uomo. Ma il Mandala ha soprattutto un significato spirituale: può segnare un passaggio importante del nostro viaggio interiore, il momento di presa di coscienza, l'accettazione di un dolore oppure di un importante cambiamento.

E questo che ci raccontano questi simboli nelle opere della Merisio: la spirale che simboleggia il mistero profondo della vita e l’unità di tutto ciò che esiste così come la forma a spirale della conchiglia della chiocciola esprime l’evoluzione ascensione, indicando il moto universale di aspirazione verso l’alto. il cerchio, da sempre il simbolo della perfezione spirituale, connesso alla vita così come alla morte, alla rinascita e al ciclo della vita che, nel mondo Mandala, rappresenta la coscienza e l’accettazione delle parti conflittuali di ognuno di noi. Oppure il triangolo che, legato ai concetti di armonia e proporzione come simboli del rapporto tra divino e umano, esprime sia l’idea della divinità, riscontrabile nella simbologia della trinità, sia l’idea dell’ascesi dell’uomo verso la trascendenza divina.

E così il canto di Petruska agli inizi più monodico, come un canto della sera nel deserto si è fatto disteso, consapevole di se stesso, tutto tramato di simboli e riferimenti…tutto accoglie ora questa superficie ed è il luogo del miracolo, della manifestazione dell’essere e del pensiero; la loro sublimazione in armonia mai circoscritta.

Solo chi ha a lungo guardato conosce e racconta. Petruska mostra nella sua pittura questo sguardo sul senso della vita e sul mistero del nostro destino. Ecco allora questi quadri in cui non si gira a vuoto, per i quali non si devono pronunciare vuote parole e che riguardano solo il motivo dell’esistere. Quadri felici e tesi, luminosi e grondanti, assiepati come a raccontare dell’essenza, del nucleo più interno della vita.

Orietta Pinessi agosto 2018

Continua a leggere...

Chiudi...